“Continua ad essermi amica” – Anno 2006
Sono uno psichiatra e credo che per onestà intellettuale abbia il dovere di guardare ogni tanto anche me stesso e non sempre solo gli altri. Mi sono più volte chiesto le motivazioni che mi hanno condotto a Chiara Badano. Si può dare una risposta di primo livello che è la cronaca: ho avuto la notizia dal giornale La Stampa; ho letto il libro “Di luce in luce”; sono andato a parlare con i genitori; sono andato a pregare sulla tomba. Questa è la realtà obiettiva dei fatti, che poco spiega.
Si può anche tentare una risposta di secondo livello per evidenziare le motivazioni psicologiche: il caso umanamente fa pena e porta ad un immediato coinvolgimento, all’empatia o addirittura alla simpatia in senso etimologico della parola; la persona oggi sarebbe un medico come me; il luogo geografico mi è familiare. Vi è pertanto in me una serie di coinvolgimenti emotivo – affettivi, atti a strutturare una relazione transferenziale nei confronti di Chiara Badano.
Si può tuttavia andare oltre, tentare una lettura di terzo livello, alla quale ho avuto accesso tramite il classico lapsus freudiano. A una mia paziente che mi chiedeva chi fosse questa ragazza, ho risposto spontaneamente : “Una mia amica”, e mentre lo dicevo mi sono reso conto di non averla mai conosciuta. Dunque la risposta di terzo livello potrebbe essere che Chiara mi abbia scelto come amico.
A quel punto il primo motto di risposta è stato di indegnità assoluta, ma mi sono venute in mente le parole del Papa: “Spalancate le porte a Cristo e ho avuta la forza e il coraggio di accettare l’amicizia.
Ho cominciato a collaborare con la Postulazione e mi chiedevo spesso che cosa Chiara volesse da me, fino a quando mi è sorto un dubbio …; e se Chiara non volesse nulla da me, ma volesse essere lei a dare qualcosa a me?
Mentre me lo chiedevo mi rendevo conto di aver già ricevuto molto: tante cose che mi aiuteranno nella vita ad essere più sereno, più in armonia con me stesso. Ora che ho toccato con mano che è veramente possibile essere cristiani, fare la Sua volontà, essere – se vogliamo – a Sua immagine e somiglianza quando ci fidiamo e ci affidiamo a Dio.
Sono riuscito a vedere meglio sulla faccia dei pazienti il volto di Cristo anche quando ciò è molto difficile. Lo psichiatra cura la persona umana e molte volte si trova di fronte alla grande sete di spiritualità; altre volte si imbatte nel deserto spirituale. Ho provato a istillare gocce di Chiara. Ho l’impressione che qualcosa stia germogliando.
Grazie di tutto, Chiara, e se vuoi continua ad essermi amica!
Dott. Antonio M. L. – Torino
Archivio Luce d’Amore ONLUS