Dall’esempio all’annuncio
L’affermazione di Chiara -«Non devo dire di Gesù, ma devo dare Gesù con il mio comportamento»- si riferisce agli incontri di fine settimana, con i coetanei nel bar di Sassello.
In altre circostanze, come nelle riunioni del Movimento e in special modo nel dialogo con quanti le facevano visita durante la malattia, aveva ampie opportunità di «dire di Gesù», mediante la ferma attestazione della propria fede e delle norme di vita cristiana che non esitava ad inculcare a quanti le chiedevano consiglio.
Resta il fatto che è fondamentale dovere del cristiano la testimonianza, cioè il «dare Gesù», con-formando le scelte quotidiane agli insegnamenti ed esempi di Cristo. Infatti, come ribadiva Giovanni Paolo II, “la testimonianza della vita cristiana è la prima e insostituibile forma della missione” (Redemptoris Missio, 42).
Ne è conferma Gesù stesso, che si è prodigato con tanto impegno nell’annuncio del Regno di Dio, ma sempre accompagnando la predicazione con una luminosa testimonianza: di costante obbedienza al Padre, di ferma fiducia in Lui, di preghiera e di dedizione al prossimo, di umiltà e di servizio, di sacrificio e di perdono.
La motivazione che spinge il cristiano alla testimonianza sta nell’amore con cui cerca di compiere la volontà di Dio e di fare della vita un dono ai fratelli. In questo risiede il suo valore: attraverso lo sforzo di contrastare le molteplici spinte dell’egoismo, e confidando soprattutto nell’aiuto della grazia, il credente riesce davvero a seguire il suo Maestro di vita.
Ne deriva gloria a Dio e beneficio di santificazione alla comunità. Una tale scelta, infatti, si concretizza in tanti atti graditi a Dio: veri “frutti buoni” che rivelano la bontà dell’ “albero”, vivificato e reso fecondo dalla santità di Dio.
Chi osserva il testimone si rende conto che il Vangelo può essere praticato, oggi e da tutti; e viene stimolato a riflettere sul senso della vita, quindi sulle decisioni da compiere. Come insegna Gesù, il cristiano autentico offre ai fratelli un dono di “luce” su ciò che è fondamentale: “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli” (Mt 5, 16). Alla base dell’esperienza cristiana di Chiara vi è una certezza costante, una convinzione incrollabile: «Dio mi ama immensamente».
Sappiamo, del resto, che la sensibilità odierna è colpita dalle esperienze di vita, assai di più che dalla esposizione di idee.
“Tutti nella Chiesa, affermava Giovanni Paolo II, possono e debbono dare tale testimonianza, che in molti casi è l’unico modo possibile di essere missionari” (Ibid.). E l’impegno dei singoli sta a fondamento della testimonianza comunitaria di unità e fedeltà a Cristo, necessaria premessa “perché il mondo creda” (Gv 17, 21).
† Mons. Livio Maritano