La testimonianza di Pietro – Anno 2007
Mi chiamo Pietro, ho 32 anni, e provengo da un paesino della Lombardia che si chiama Silvano Pietra. Lì sono cresciuto spensieratamente per circa 13 anni, con mamma, papà e la nonna, come figlio unico, coccolato, molto amato e anche un po’ viziato.
A causa di un male incurabile, la mia mamma iniziò a sottoporsi a terapie interminabili che la costringevano ad un continuo andirivieni tra casa nostra ed il Policlinico San Matteo di Pavia.
Non credevo di poter accettare la sofferenza, come mamma e anche papà mi hanno insegnato a fare: con serenità e senza titubanze, sicuro di non sbagliare continuando a fare il bene, qualunque cosa dovesse accadere.
Purtroppo un triste giorno la mamma ci lasciò e avevo 13 anni. Con la sua morte qualcosa in noi era stato duramente colpito, in particolare la nostra fede: il grande rischio che abbiamo corso è stato quello di affidarci alla nostra sola ragione umana.
Da allora ho vissuto fino all’età di 22 anni senza pensare troppo a Dio, accantonandolo se possibile, o addossandogli qualche colpa, guardandomi bene dal farmi troppe domande sull’aldilà. Devo però dire che nel pensiero riguardo a qualunque cosa potesse attendermi dopo la morte, riuscivo ancora a scorgere il volto della mia mamma.
A 23 anni, il mio percorso viene provvidenzialmente segnato da un forte incidente in macchina, dal quale siamo miracolosamente sopravvissuti, io e altre due persone coinvolte, scatenando in me inquietanti riflessioni sull’importanza della vita.
Giunsi ai poveri, ai malati, agli ultimi ed emarginati della società con un servizio di volontariato presso la Piccola Opera della Divina Provvidenza di Don Orione, del cui carisma mi sono presto innamorato e all’interno della quale iniziai in seguito un cammino spirituale. Sono poi entrato nel seminario orionino e l’8 settembre 2006 ho emesso i miei primi voti.
Nei primi due anni di cammino, ho conosciuto la vita di Chiara Luce restandone entusiasta. Leggendo la biografia ho approfondito la sua storia, e sul volto dei malati che avvicinavo scoprivo il sorriso di Chiara. Nella mia stanza la foto di Chiara è tra Gesù, Maria e Don Orione e la sua figura mi aiuta ad essere fedele a tutti e tre.
Chiara ha vissuto la santità in modo semplice e profondo. Chiara è dei “nostri”: si è vestita come noi, ha ascoltato la nostra stessa musica, ha osservato la stessa realtà che osserviamo noi. Lei, può aiutarci a trovare Cristo oggi.
Grazie Signore per questo esempio di santità moderna che ci offri in Chiara Luce. Permettici di ispirarci al suo grande esempio puntando ad un unico traguardo che è la vetta della santità: l’incontro con Te.
Pietro S. – Tortona
Archivio Luce d’Amore ONLUS