Una lettera a Chiara – Anno 2007
Carissima Chiara,
da tempo desideravo scriverti una lettera. Il motivo? La forma epistolare serve a comunicare più amichevolmente, per parlare a tu per tu. Ti scrivo dopo il mio ritorno dall’Africa, dove alcuni mesi fa, e per la seconda volta, mi sono trovato a vivere un’esperienza missionaria con i frati cappuccini.
In Monzambico ho avuta l’occasione di conoscere in modo più approfondito la povertà: mentre per me è una scelta di vita, per la maggior parte di questa popolazione è una condizione obbligata. Povero è l’uomo che non conosce Dio, e povero è colui che non ha da mangiare. Povera è la persona che ritiene di conoscere Dio, ma vive senza regole morali, e povero è chi non trova un posto di lavoro. Come rimanere indifferenti di fronte ad una situazione del genere? Sento urgente l’appello del Signore: “Andate, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi… Sanate i lebbrosi. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.
Credo che tu, carissima Chiara, eri consapevole delle povertà che incombono sull’uomo. Proprio in terra di missione, nel leggere la tua biografia ho scoperto che amavi i negretti e avevi un occhio di riguardo per i poveri dell’Africa. Nel tuo piccolo, eri solita privarti di qualcosa o mettere da parte i tuoi risparmi per destinarli ai paesi in necessità. Oggi quei tuoi soldini hanno contribuito alla nascita di un centro assistenziale in Bénin. Il tuo buon cuore ha permesso di fare entrare Dio nel cuore degli “ultimi”.
Mandati da Cristo, i missionari si prodigano perché nessuno rimanga ai margini della strada. Ho incontrato tanti bambini che suscitano tenerezza. Era bello fermarsi per accarezzarli e stringere le loro manine. Ho pensato all’affetto paterno di Dio e mi sono chiesto come farglielo sentire. Più volte mi è venuta alla mente la forte espressione di Gesù: “I poveri li avrete sempre con voi”. È una parola che non mi dà pace. E non deve dare pace a nessuno, fino a quando non si cominci a prendersi cura degli altri.
Chiara, questo tu l’avevi capito molto bene. La tua generosità ti portava a farti carico dei pesi altrui, in particolare dei piccoli, dei poveri, degli esclusi. Per questo tu diventi per me un modello di amore per il prossimo. Continua ad essere luce per me e per tanti giovani, affinché il tuo esempio di vita donata ci sproni a rafforzare la nostra fede e ad incontrare Gesù nel volto del più “piccolo”.
frate giovane
Credere all'Amore - Marzo 2007 – Anno IV