La testimonianza di fr. Pierre – Anno 2008
Nell’estate del 1999 ho conosciuto Chiara Badano grazie all’articolo di Mariagrazia Magrini apparso sulla rivista Feu et Lumière. Subito mi hanno colpito il suo sguardo radioso e il suo coraggio, ma devo confessare che ben presto ho dimenticato quest’incontro. Non mi accorgevo che lei era già scivolata nel mio cuore e che attendeva pazientemente in silenzio.
Nel 2004, la Provvidenza mi ha fatto incrociare in Francia il cammino di Mons. Assogba. L’Arcivescovo di Cotonou, nel Bénin, si recava a Torino. Parlando del suo operare egli ha iniziato spontaneamente, con amore e venerazione, a ricordare la figura di Chiara Badano. Ascoltandolo, sentivo che lei iniziava a manifestarsi: ricordai che già la conoscevo e che avevo letto qualcosa su questa giovane. Mi aveva, perciò, segnato più profondamente di quanto io pensassi! In effetti, rientrato a casa, ho cercato e ho ritrovato l’articolo che avevo letto precedentemente. Stupito constatai che erano già trascorsi cinque anni e che, malgrado ciò, il viso raggiante di Chiara era rimasto inciso nel mio cuore.
Ero anche colpito dal fatto che un vescovo africano aveva risvegliato in me questo ricordo: proprio di lei che tanto desiderava andare in Africa come medico. Da allora Chiara non mi ha più lasciato. Mi accompagna fedelmente in ogni momento e mi incoraggia a vivere meglio la mia vita di consacrato. È l’ultimo periodo della sua vita che più mi ha impressionato: inchiodata sul suo letto di ammalata, mi parla della mia vita monastica. Abbandonata totalmente alla volontà di Dio, non perde né la fiducia piena in lui né la gioia.
Mi incoraggia a unirmi maggiormente a Cristo e a offrirgli tutto: «Per te, Gesù!». Non è questa, forse, l’essenza della vita cristiana: l’unione a Gesù e “per lui, con lui e in lui, al Padre”? Nei momenti di grande dolore Chiara ripete: «Se lo vuoi tu, Gesù, lo voglio anch’io!». è la voce di Gesù che diceva al Padre: “Se è possibile allontana da me questo calice, non come io voglio, ma come vuoi tu!”. Come non pensare al voto di obbedienza per accettare la volontà di amore del Padre?
La Serva di Dio attende lo Sposo, non desidera altro che Gesù. Paralizzata, confida: «Se ora mi chiedessero se voglio tornare a camminare direi di no, perché così sono più vicina a Gesù». Ed è soffrendo sulla croce, in un’apparente inattività e nel silenzio, che Gesù ha salvato il mondo. Anche lei accetta di portare la propria croce e di soffrire con Lui, conservando sempre un cuore ardente d’amore, colmo di fede e di gioia. Invocandolo ripete: «Vieni, Signore Gesù!». La sua testimonianza mi incoraggia ad esser più fedele alla mia vocazione, in una vita nascosta e silenziosa; mi rammenta a qual punto questa vita è feconda se unita a Gesù. Chiara Luce è un’immagine della Chiesa del nostro tempo: una Chiesa che soffre, malata in molte sue membra, sovente paralizzata, ma sempre Sposa di Cristo. Mi ottenga la grazia di imitarla, per conoscere meglio e amare lo Sposo dell’anima mia!
Fr. Pierre – Clervaux (Lussemburgo)
Archivio Luce d’Amore ONLUS