L’amore vince tutto! – Anno 2008
Avevo 16 anni e una bella famiglia, che però stava vivendo in quel tempo una situazione delicata: la salute di mia mamma non andava molto bene, anzi si era aggravata piuttosto in fretta.
In quei giorni era a casa con noi, a riposare. Io, tornato da scuola, passavo gran parte del pomeriggio in camera mia al computer; non mi sfuggiva però la dedizione e l’attenzione personale che il medico, che la seguiva a domicilio, le riservava. Nel giro di qualche mese la malattia ha fatto il suo corso fino in fondo, segnando anche uno dei momenti più particolari della mia vita. Dopo poco tempo, però, il mio cuore è stato catturato da un nuovo modo di vivere, che mi veniva proposto e dimostrato da alcuni amici.
Reso più sensibile, anche grazie a quanto avevo appena vissuto, ero attirato da questa vita fatta di amore, di donazione verso l’altro: certo, andavo da tempo in chiesa e avevo all’attivo parecchi anni di animazione, ma ho sperimentato qui un amore come mai l’avevo vissuto: concreto, quotidiano, radicale, e – come scoprirò poi con l’andare del tempo – reciproco.
Mi trovai così, ventenne a Sassello, per festeggiare insieme a tanti altri ragazzi il decennale della Serva di Dio Chiara Badano. L’ideale della sua vita l’avevo ormai non solo conosciuto e sperimentato, ma l’avevo ritrovato: vissuto da migliaia di altri giovani del movimento Gen, con cui solo poche settimane prima -durante il Giubileo del 2000- ci si era riuniti allo stadio Flaminio di Roma. E, con mia grande sorpresa, rincontrai quel medico. Riconoscendoci, scambiammo due parole. Mi raccontò poi che, quando in quei giorni visitava la nostra casa e mi intravedeva nel chiuso della mia stanza, pur senza conoscermi direttamente, aveva affidato in cuor suo la mia felicità a Chiara Luce, una ragazza che ora anche io conoscevo bene.
Oggi mi sembra che l’incontro con l’Ideale, che ancora adesso illumina la mia vita, non sia accaduto casualmente; anzi, mi piace pensare che ci sia stato lo “zampino” di Chiara nel farmelo incontrare poco tempo dopo quel momento così duro nella mia adolescenza. Ma la sua esperienza si è ravvivata in me, in special modo, l’anno scorso. A causa di un banale incidente sportivo è stato necessario un piccolo intervento per sistemare un ginocchio ribelle. Niente di particolarmente difficile, ma era la prima volta che mi trovavo “sotto i ferri”, e non sapevo cosa aspettarmi.
Allora mi sono ricordato di come Chiara Luce si impegnava ad amare chiunque avesse intorno, anche in simili situazioni. Sebbene la ripresa sia stata un po’ più laboriosa del previsto, ogni occasione era per me un pretesto per voler bene: a un medico con una domanda, a un infermiere con un grazie, a un parente con un sorriso rassicurante, a un amico offrendo silenziosamente per lui i miei disagi…
Al ripensarci mi pare che l’amore possa rendere vive anche le situazioni che, per le loro difficoltà, talvolta sembrano usare un linguaggio troppo duro. Quindi, sono grato a Chiara per avermi dato la possibilità di sperimentare la sua stessa gioia: mettere al centro di ogni situazione l’amore, dal quale io per primo mi sento amato.
Giorgio V.
Archivio Luce d’Amore ONLUS