“Sempre Sì”
Nel progetto di formazione che ha guidato il cammino spirituale di Chiara ha un posto centrale la regola di compiere in ogni istante, per amore, la volontà di Dio: «A me interessa solo la volontà di Dio: fare bene quella nell’attimo presente; stare al gioco di Dio».
Non poteva sfuggire a lei, come a chiunque mediti assiduamente il Vangelo, l’importanza attribuita da Gesù a questa decisione. È la regola a cui ha ispirato l’intera sua missione: “Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato” (Gv 6, 38). Ciò comporta di preferire al proprio volere quello del Padre: “Non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato” (Gv 5, 30).
È un orientamento che ispira ogni scelta: “Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite” (Gv 8, 29). Solo così viene appagata la sua aspirazione più intensa: “Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera” (Gv 4, 34).
Una tale docilità gli ha richiesto di affrontare sacrifici non lievi: come l’ostilità persistente di coloro che rifiutavano la fede in lui e contrastavano la sua attività. Ma è nella Passione che egli ha dato la prova suprema dell’amore al Padre. L’ha affrontata con risolutezza: “Bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco” (Gv 14, 31).
Nelle sofferenze atroci a cui fu sottoposto l’amore di Cristo è giunto al culmine della perfezione: “Imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono” (Eb 5, 8). Dall’agonia –“Non sia fatta la mia, ma la tua volontà” (Lc 22, 42)- fino all’ultimo respiro –“È compiuto!” (Gv 19, 30)- nulla ha rifiutato al Padre: gli si è donato senza riserve. Prova suprema di fiducia incondizionata e di amore totale.
Diventiamo discepoli di Cristo nella misura in cui si segue il suo esempio. È la scelta di Chiara: dalla determinazione di «andare controcorrente» all’accettare vari eventi contrari alle sue aspettative, sino ad accogliere con fiducia filiale la malattia inguaribile e perseverare per oltre 20 mesi di sofferenza con la risolutezza di «non mollare mai!».
† Mons. Livio Maritano