La fede di Chiara
Nel partecipare l’esistenza a molteplici creature, Dio ha voluto riservare un dono speciale agli esseri umani, mirando a stabilire con loro una relazione di Padre con i figli. Ha deciso di far parte ad essere dell’esistenza che gli è propria: del suo conoscere, dell’amore e della sua felicità.
La Bibbia attesta il mondo con cui Dio ha cominciato a rivelare al popolo ebraico progressivi elementi del suo sapere, insieme ai comandamenti che manifestano la sua volontà sempre orientata al bene, nel desiderio di comunicare amore e gioia.
La fede consiste nella disposizione di gratitudine e di obbedienza con cui accogliamo quanto Dio ci ha rivelato, specialmente attraverso l’esempio e l’insegnamento del suo figlio Gesù.
Dobbiamo pertanto riconoscere che in noi la fede è anzitutto un dono, una disposizione soprannaturale che Cristo ha meritato per noi e che lo Spirito Santo infonde nel nostro animo. Non è dunque una conquista di ragionamenti umani, bensì una grazia con cui Dio ci attira a sottomettere a lui la nostra intelligenza e volontà. In noi queste facoltà cooperano con la grazia, dando il nostro personale assenso alla verità di Dio., che non può né rinnegarsi né ingannare.
Per effetto della fede siamo “graditi a Dio” (Eb 11,6), condividiamo la condizione di figli di Dio che ci prepara a vederlo “faccia a faccia” (1 Cor 13, 12) nella vita eterna.
La beata Chiara scopre ben presto che Dio definisce se stesso con Amore. Con tale caratteristica comprende la relazione che egli realizza con ognuno dei suoi figli. Infatti, “Dio ci ha amati per primo” (1 Gv 4,19). “E’ lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1 Gv 4, 10). Lo conferma Gesù stesso: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16.)
Quale deve essere, allora, la nostra risposta? L’attesa l’apostolo Giovanni: “Non abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” (1 Gv 4,16).
In che modo possiamo “stare nell’amore”? Accogliendo la forza soprannaturale che Dio stesso ci partecipa, affinché lo amiamo come vuole essere amato; e di conseguenza amiamo gli esseri umani come suoi figli e nostri fratelli: “se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri” (1 Gv 4,11).
Questo, per Chiara, è l’atto di fede determinante. Lo ama ripetere: «Dio mi ama, mi ama immensamente!». È la certezza che anima l’intera sua spiritualità. È sicura che «Dio mi ama», perché ama ciascuno dei suoi figli. Lo dimostra la decisione di inviare il proprio Figlio per liberarci dai peccati attraverso il dono generoso della sua vita. La colpisce la perfezione dell’amore divino: unico per il valore dei suoi doni, come pure per la perseveranza della sua dedizione.
Sulla base di questa sorprendente scoperta, Chiara comprende che si impone un’unica conseguenza: ricambiare l’amore di Dio con tutte le nostre forze. Ciò comporta la necessità di valutare in unione con lui i propri stati d’animo e maturare insieme le appropriate decisioni. Assume quindi per guida la volontà di Dio: «A me interessa solo la volontà, fare bene quella nell’attimo presente: stare al gioco di Dio». Si propone pertanto di adempiere per amore anzitutto i doveri quotidiani, affrontando le difficoltà e i sacrifici che comportano.
Su questa via sicura il Signore la rafforza nella fede e nell’amore. La matura anzitutto attraverso l’umiltà, rendendola certa che le scelte di Dio sono sempre da preferire alle nostre perché ispirate dalla sua sapienza infinita e dal suo immenso amore.
Egli la prova attraverso esperienze amare, come l’insuccesso scolastico, la delusione affettiva, le incomprensioni nell’apostolato. Sa dove la vuole condurre: affrontare il più grande sacrificio, il crollo di tutti i progetti, il distacco più doloroso. Ma nel suo immenso amore compenserà la tenacia di lei nella fede e nel dono totale di sé, infondendo nel suo cuore una costante serenità interiore insieme alla certezza del paradiso.
† Mons. Livio Maritano
Foto: Positio Super Vita, Virtutibus et Fama Sanctitatis