Festa liturgica della beata Chiara Badano – 27/29 ottobre 2012
“Io ho tutto” – “Giovani a tu per tu con Chiara ‘Luce’ Badano
Per iniziativa del giovane parroco don Mirco Crivellari e dell’Associazione Beata Chiara Badano, Sassello (Sv) si prepara ad accogliere -da sabato 27 a lunedì 29 ottobre- giovani di tutta Italia per un fine settimana di “festa” per celebrare la santità di Chiara Luce.
Un gruppo di giovani della diocesi di Acqui e del Movimento dei Focolari sta lavorando al programma per i tanti ragazzi e giovani desiderosi di un incontro “a tu per tu” con la Beata Chiara. Sarà presente anche la compagnia teatrale Passi di Luce, di Firenze, che presenterà nella cittadina ligure l’omonimo spettacolo.
Nel mese missionario di ottobre, la festa liturgica di Chiara Badano assume un significato ancora più importante. Come non ricordare quanto da molti anni sta avvenendo nel suo nome in Bénin? Lei, che fin da piccolissima amava l’Africa, che aveva scelto con determinazione di compiere gli studi classici per accedere alla facoltà di medicina e recarsi in quel Paese per curare i bambini ammalati, vi è ormai giunta pienamente. Sì, Dio non distrugge i sogni umani se nascono dall’amore incondizionato, neppure con la morte. E Chiara opera in quella nazione e compie meraviglie stimolando noi stessi a pensare a chi non ha nulla e attende con fiducia i mezzi per vivere dignitosamente e credere nel domani.
A quattro anni Chiara, frequentando la scuola dell’infanzia, dichiara decisa all’educatrice che aveva parlato della povertà estrema di quei popoli: «D’ora in poi penseremo noi a loro!», e con costanza prosegue nel metter da parte i suoi «soldini» sino al giorno della Cresima e, ancora, fino alla festa dei 18 anni, anche se paralizzata e cosciente della sua prossima fine. Le parole «Io ho tutto» si riferiscono a quel Dio che è tutto per lei, al Gesù che vuole raggiungere con l’ardore di una sposa che brama abbracciare lo sposo ma, poiché lo sposo è per lei Dio-Amore, non può metterle limiti né di tempo né di spazio. Chiara è certa di poter “abbracciare quei bimbi e di accarezzare i loro volti”.
Il disegno di Dio ci viene svelato anni dopo, quando a Mons. Maritano (ora vescovo emerito della diocesi di Acqui) viene chiesto di iniziare un’opera in Bénin, nel nome di Chiara Badano. Nel “casuale” incontro con mons. Assogba, allora arcivescovo di Cotonou, si scopre che il denaro da lei ricevuto in dono e inviato tramite un volontario in Africa, è giunto proprio in quel luogo dove ora si chiede di realizzare il “Centro Chiara Luce Badano”, a favore di bambini poveri, orfani o abbandonati.
Il tempo vola veloce e in questi anni, goccia a goccia, con le offerte di chi vuole dar vita al “sogno” di Chiara si è giunti a costruire un dispensario; ora, nei pressi di Abomey, due case-famiglia, le scuole, la chiesetta e una parrocchia (le prime nel mondo intitolate a lei), mentre si sta creando un piccolo ospedale e si sono iniziate le adozioni a distanza dei bimbi ospiti, quei bambini che si sentono con orgoglio “i bambini di Chiara Luce”.
L’opera prosegue e deve proseguire perché non si possono abbandonare i poveri, gli ultimi, i piccoli; può costare sacrificio ma, nel nostro caso, il sorriso di questi bambini ricompensa ampiamente le nostre rinunce e ci colma il cuore di gioia, la stessa gioia che provava Chiara nel dimenticare se stessa e nel divenire totalmente dono: «Io non ho più niente, ma ho ancora il cuore e con quello posso sempre amare… Ho ancora il mio dolore e quello posso offrire…».
Mariagrazia Magrini, vicepostulatrice