Doverosa speranza
È spontanea in noi l’attenzione agli avvenimenti contemporanei, ma è altrettanto naturale il rivolgere il pensiero al futuro. Ci chiediamo spesso quale potrà essere il nostro avvenire e quello dei nostri cari.
Tra i vari quesiti non possiamo evitare di interrogarci sulla conclusione della nostra vita e sulle conseguenze che ne derivano. Conosciamo la risposta del cristianesimo: la ferma attesa di aver parte a una vita immortale, promessa da Gesù Cristo quale effetto della sua redenzione. Una fiducia fondata sulla santità di Dio che nel suo amore infinito sicuramente mantiene le promesse: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv 3, 16). Gesù lo ribadisce: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà” (Gv 11, 25).
Nell’attesa della risurrezione Dio ci aiuta a vivere con fede e riconoscenza la ferma fiducia nell’adempimento della sua promessa. La speranza è infatti la virtù teologale con cui, grazie all’aiuto dello Spirito Santo, riteniamo sicuramente fondata l’aspettativa di aver parte alla vita eterna nella visione di Dio, promessa e meritata da Gesù.
Esercitando la virtù della speranza il cristiano vede realizzabile l’aspirazione alla felicità che Dio ha posto nell’animo di ogni uomo; è riconoscente per il dono inestimabile della salvezza e avverte il dovere di comunicare ai fratelli questo incomparabile annuncio.
Su tale via realizziamo veramente il disegno che egli ha su ciascuno di noi, gli diamo gloria e ci rendiamo veramente utili ai fratelli.
Al fine di perseverare e progredire in questa virtù dobbiamo fare assegnamento sulla grazia di Dio, da implorare attraverso l’unione costante con Gesù, la meditazione sulla Parola e la fervorosa valorizzazione dei Sacramenti.
Insieme alle altre virtù teologali la speranza infervora e sprona il cristiano a vivere costantemente da figlio di Dio: “In ogni circostanza deve sperare, con la grazia di divina, di perseverare sino alla fine e ottenere la gioia del cielo, quale ricompensa di Dio per le opere buone compiute con la grazia di Cristo” (Catechismo della Chiesa Cattolica).
Quali effetti ci procura la speranza? L’ardente riconoscenza per la generosità paterna di Dio e per il sacrificio di Gesù; la pace del cuore e il conforto nelle prove; la fortezza nell’affrontare sofferenze e dispiaceri; la serenità nell’adempimento del dovere e nella previsione del domani.
Consapevoli di questi benefici, dobbiamo ravvivare la speranza mediante l’unione abituale con Gesù, in modo da reagire con prontezza allo sconforto e contrastare risolutamente la sfiducia. Potremo allora essere di vero aiuto alle persone inclini allo scoraggiamento.
Non dimentichiamo che Gesù ci ha donato nell’Eucaristia il pegno sicuro della vita immortale. Accogliamo spesso e con riconoscente fervore questo impareggiabile dono. E affidiamoci filialmente a Maria, modello incomparabile di speranza, che ci ha preceduti nella gloria di Cristo risorto.
† Mons. Livio Maritano