Un uomo giusto, un padre
Ammettere la propria imperfezione e le proprie debolezze nelle opere, nella conoscenza della realtà e nell’esercizio della volontà, sembrano affermazioni d’altri tempi, segni di fragilità e di remissione. In una cultura che esalta la forza e spesso la prevaricazione sono parole di grandezza e di eroismo.
Affidarsi a qualcuno oggi appare una rinuncia a fare del proprio IO il centro del mondo, la bilancia degli eventi, quasi che gli stessi potessero essere nelle nostre mani e a nostro piacimento stravolti. Mai tempi invece furono più incerti di quelli che stiamo attraversando, ammantati di vuote grandezze se non sono al servizio vero dell’uomo e della sua fragilità.
La nostra debolezza chiede, in questa novena pensata da mons. Maritano, il coraggio di affidarsi per rispettare i Comandamenti e chiede non la forza e il successo, ma la docilità di accogliere la volontà di un Dio vicino a ciascuno.
Muore all’1.15 del 6 maggio 2014 il Vescovo di Chiara Luce, colui che per primo aveva intravisto e riconosciuto in lei le tracce di santità. Sorridendo, pregando e offrendo in dono a Gesù tutto se stesso emette l’ultimo debole sospiro.
Sorridendo… Chi lo ha conosciuto lo ricorda così, padre comprensivo, dalla simpatia prorompente, capace di esercitare il suo ministero con determinazione, ma sempre con dolcezza, ammorbidendo l’autorevolezza con lo sguardo buono di chi comprende, di chi pazienta e vuole solo la salute spirituale dei suoi figli.
Nei suoi ultimi giorni, quando chi lo affiancava con rispetto e affetto cercava di cogliere le ultime perle magistrali, mons. Maritano lasciava il testamento spirituale di chi aveva fatto della volontà di Dio il sentiero impervio, ma sicuro, difficile ma unico. “Prega, confida, offri”. “Va, va da Gesù”. E, a Gesù, afferma di dire unicamente: “Grazie”.
A don Ezio, suo discepolo: “Abbiamo insegnato con la dottrina, ora dobbiamo insegnare con la vita...”. Il suo Calvario era lì, il cammino tracciato nel cuore di coloro che lo avevano in cuore, vicini e lontani. Lì, l’ultima grande testimonianza. Per me e per tanti altri, un popolo sparso per paesi e città, il suo ricordo era quotidiano. Conservo nella memoria l’ultima telefonata accorata: “Sì, dica sempre il suo sì alla Sua volontà”.
E un po’ incredula, mi pareva che il suo sorriso benevolo, da grande nonno e padre fosse in quel momento visibile agli occhi dell’anima. Mi ha sempre chiesto di fidarmi di Dio, di non temere mai e di non mettere in dubbio la Sua presenza accanto a me.
Monsignor Maritano era per me “il sorriso di Dio”, compassionevole e presente, vero e per nulla scontato, accanto ai miei problemi e alle mie paure. Lo ricordo così con tanto affetto e gratitudine: mi ha insegnato con grande autorità ad affidarmi alla Provvidenza.
Annamaria Gatti