Omelia 1° anniversario della morte di Mons. Livio Maritano
“Allora Bàrnaba prese con sé Paolo, lo condusse dagli apostoli e raccontò loro come, durante il viaggio[verso Damasco], aveva visto il Signore che gli aveva parlato e come in Damasco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù” (Atti 9,27). Così scrive Luca nel brano degli Atti degli Apostoli che ci è stato proclamato come prima lettura.
Come Paolo, così ogni uomo ha il suo incontro con il Signore. Su questo tema ha fatto una riflessione Papa Francesco in una sua recente omelia. Traggo da quel suo dire alcuni pensieri.
Dunque, ogni persona umana ha un incontro personale con il Signore, un incontro vero, concreto, che può cambiare radicalmente la sua vita.
Abbiamo citato l’esempio di Paolo, ma pensiamo anche ai primi discepoli che seguirono Gesù e rimasero con lui tutta la serata e sono rimasti felici di questo.
Gli incontri tra Gesù e le persone, narrati dai Vangeli, sono tanti. C’è quello con Pietro; con Natanaele; c’è l’incontro con la Samaritana; l’incontro del lebbroso, uno dei dieci guariti, che torna per ringraziare. L’incontro con la donna ammalata da 12 anni e che tocca il mantello di Gesù e viene guarita.
L’incontro con l’indemoniato, da cui Gesù caccia via tanti demoni, chiedendogli, poi, di rimanere a casa e di non seguire Gesù, per raccontare a tutti la bella cosa che gli è capitato. Perché tanti incontri? Perché il Signore ci cerca, per fare un incontro con noi.
E ognuno di noi ha avuto un suo proprio incontro con Gesù. Innanzitutto nel giorno del battesimo; ma poi, certamente, un altro incontro, nel quale Gesù, in qualche modo, ci ha fatto sentire la sua voce; un incontro che ha segnato la nostra vita. Forse abbiamo dimenticato questi incontri speciali (avvenuti nella fanciullezza, nell’adolescenza o già nell’età adulta).
Vale la pena ripensare a quell’incontro, quando abbiamo davvero sentito il Signore vicino a noi; quando abbiamo sentito che dovevamo cambiare vita, o essere migliori; o quando il Signore ci chiedeva qualcosa.
Il cercare di ricordare quell’incontro, ci fa gioire il cuore, perché è stato un incontro di amore. Preghiamo e chiediamo la grazia della memoria di quell’incontro di amore che il Signore ha avuto con noi. Chiediamo la grazia della memoria, per non correre il rischio di sentirci rivolgere quel rimprovero che il Signore fa nell’Apocalisse: “Ho questo contro di te, che ti sei dimenticato del primo amore” (Apocalisse 2,4). Fin qui la riflessione molto bella e impegnativa di Papa Francesco (Omelia del 24 aprile 2015 in Santa Marta)
Barnaba, presentando Paolo agli apostoli, non si è limitato a dire che egli aveva incontrato il Signore lungo la via di Damasco con coraggio il nome di Gesù.
Così facendo Paolo ha realizzato il desiderio di Dio Padre espresso da Gesù nel brano di Vangelo odierno: “In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto” (Giovanni 15,8). Qui il termine “frutto” non vuole tanto indicare un buon comportamento, conforme all’insegnamento del Vangelo.
E nemmeno l’espressione “portar frutto” vuole indicare prevalentemente il vivere l’amore fraterno. Qui c’è l’invito all’impegno missionario della Chiesa. Attraverso di esso, attraverso l’opera dei discepoli, è Gesù che agisce efficacemente in mezzo agli uomini.
Dunque: l’incontro con Gesù, incontro vissuto con fede e con amore, genera la missione. Questo è avvenuto per Paolo; questo deve avvenire per ciascuno di noi! A questo ci invita ripetutamene Papa Francesco, affermando che ogni cristiano è un “discepolo missionario”.
A che punto siamo in questo impegno missionario?
Oggi ricordiamo il primo anniversario della morte del nostro caro Vescovo emerito, Mons. Livio Maritano. Offriamo per lui il sacrificio eucaristico, come segno di riconoscenza per il suo ministero episcopale esercitato in Diocesi per 21 anni. Ognuno di noi ha motivi particolari per essere riconoscente a Mons. Maritano.
La nostra Chiesa diocesana lo ringrazia, in modo speciale, per aver facilitato i fedeli cristiani ad incontrarsi con il Signore, incontro di amore che ha segnato la loro vita cristiana.
Questo Monsignore ha fatto con la sua predicazione del Vangelo, caratterizzata da vera sapienza e da profondità. Questo Monsignore ha fatto con la celebrazione dei sacramenti: penso alle migliaia di ragazzi/e cresimati!
La nostra Chiesa diocesana lo ringrazia anche per averla stimolata alla missione, in modo speciale con la celebrazione del Sinodo diocesano. Egli si è proposto, attraverso il Sinodo, di stimolare la comunità diocesana alla formulazione di un piano pastorale, in vista della nuova evangelizzazione.
Abbiamo raccolto questa sua richiesta e stiamo, anche se con fatica, realizzando tale piano pastorale diocesano, anche attraverso il sorgere delle “unità pastorali”. E questo per alimentare in Diocesi il fuoco della missione.
Mons. Maritano preghi per noi perché non lasciamo spegnere in noi la fiamma dell’amore di Cristo, che ci spinge a far conoscere ed amare il Signore.
Egli, che aveva come motto episcopale “Gesù, nostra speranza”, ci ricordi, pure, che, nella fatica e talvolta nel buio della quotidianità, siamo, tuttavia, in cammino verso l’incontro pieno e definitivo col Signore, cammino che vogliamo stimolare col ripetere la bella invocazione con cui si conclude la Bibbia: “Vieni, Signore Gesù!” (Apocalisse 22,21).
Pier Giorgio Micchiardi
Vescovo di Acqui
Cattedrale di Acqui – Domenica 3 maggio 2015