Essere missionari – Ottobre 2021
La Fede. Vi propongo di esaminarla con me alla luce dello Spirito, al microscopio della Mistica, lo strumento più qualificato per pensare la fede dove divino che si rivela e nasconde e umano che si interroga e indaga si incontrano in quel tutt’uno che Gesù per parlarci del regno di Dio paragona a un seme gettato sul terreno della storia e nel profondo di ogni uomo. Seme, continua Gesù, desti nato come il chicco di grano a diventare spiga e, se ancora più piccolo come la senape, di divenire albero che accoglie, ripara, rassicura.
Così dunque la Fede. Come ogni principio di vita ha una parte donata che “sta prima”. È la parte di Dio che molte volte ha parlato e, alla fine, si fa Parola, si fa sintesi del divino e dell’umano. Si fa risposta. Si fa “Eccomi!”. Dentro alla Fede c’è dunque il principio attivo che urge, spinge, dirà San Paolo.
“La Carità di Cristo” ci spinge alla Missione. Non esiste una Fede che imploda su se stessa: non diverrebbe mai spiga, nutrimento per il sostentamento indispensabile per ogni uomo. L’annuncio, la cura del terreno, il sole, la pioggia, il vento sono dunque per tutti. Dio vuole che ogni uomo sia salvato. Ma questo disegno di Dio si realizza solo se gli uomini, raggiunti dal dono della Fede, camminano per le strade del mondo ad immergere (battezzare!) altri uomini nell’acqua che feconda e ad insegnare a fidarsi, affidarsi, confidare, aver fiducia nel Dio che in Gesù si è comunicato a noi in pienezza.
Quando dunque noi veniamo a contatto con una “Missione”, non per nulla la chiamiamo così, e vediamo uomini e donne intenti a scavare un pozzo, edificare un dispensario, con un sacco di fagioli in mano da seminare e con il ricavato nutrire, poco alla volta tirar su una scuola, aprire una maternità, costruire una chiesa per deporvi la “riserva” della Fede che è Gesù Eucaristia… Quando dalla Missione si alza il canto, si snoda la liturgia della gente che la circonda, il miracolo è fatto! Nuove persone sono state raggiunte dal dono della Fede. Nuovi uomini, donne, giovani, bambini sono chiamati ad essere missionari: dilatare la carità fino a fare del villaggio globale, la Civiltà dell’Amore.
Noi del vecchio mondo abbiamo smarrito per strada la propulsione intrinseca alla Fede che è il comando dell’amare senza confini. Persa la forza di Dio siamo approdati ad un po’ di volontariato secondo i criteri dell’ “io” e se non rimaniamo vigilanti guardiamo con fastidio e paura, in difesa, quanti rischiano o perdono la vita per bussare alla porta di quanti avevano confuso evangelizza zione con colonizzazione, avevano con linee segnate sulla carta geografica dato inizio a guerre senza fine, all’impoverimento fino alla disperazione.
Noi popoli della Fede abbiamo perso per strada la Carità, la Missione, l’amore gratuito, l’amore di Dio che una volta raggiunti da Cristo è amore per l’uomo in quanto tale. Per fortuna non è tutto così.
Anche oggi in Africa, nell’America Latina, nell’India, nelle parti del mondo più a rischio, a costo a volte della stessa vita, uomini e donne, istituzioni umanitarie, gemellaggi tra nuovo e vecchio mondo, si curvano sulla indigenza e miseria umana e con la forza che solo il Signore può dare mettono insieme evangelizzazione e promozione umana, Fede e Carità.
Nel vecchio mondo scienziati studiano come offrire il vaccino contro la pandemia che compro mette il futuro dell’uomo… Insomma, una nuova coscienza si fa strada, segno per il credente che Dio non si è ancora stancato dell’uomo e in Gesù continua a ripetere: “Va’ e fa anche tu lo stesso” (Lc 10, 37). Fatti “prossimo!” Don Ezio Stermieri