L’offerta gradita a Dio
Pur nelle differenze che caratterizzano i singoli popoli, in ogni epoca gli esseri umani hanno sentito il bisogno e percepito il valore di praticare con vari riti il culto rivolto alla divinità. Sappiamo dalla S. Scrittura che Dio ha gradito i sacrifici di Abele e il culto dei patriarchi. Attraverso Mosè ha indicato le norme da seguire nella pratica religiosa richiesta dal patto con Israele. Nel Levitico sono descritti i vari sacrifici cruenti di animali e le oblazioni di prodotti vegetali.
Ma un particolare rilievo è riservato al rito compiuto ogni anno dal sommo sacerdote nel giorno penitenziale dell’espiazione: egli entrava nel “santo dei santi” per offrire l’olocausto (sacrificio cruento nel quale l’animale veniva interamente bruciato) per i propri peccati e per quelli del popolo.
Precisamente in raffronto a questo rito, nel nuovo Testamento la lettera agli Ebrei mette in evidenza la novità e il valore del Sacrificio di Cristo. In questo caso l’offerente è il Figlio di Dio incarnato; dona tutto ciò che può offrire, tutto se stesso. Non solo è “senza macchia”, ma attraverso la sofferenza accolta con docilità d’amore verso il Padre è “reso perfetto”.
Compie il suo Sacrificio in unità “con uno Spirito eterno” (Eb 9, 14), ossia illuminato e animato dall’amore che gli infonde lo Spirito Santo.
Effettuato il suo Sacrificio (unico, a differenza di quelli che si moltiplicavano nel tempio) col proprio sangue, anziché con quello di capri e di vitelli, “entrò una volta per sempre nel santuario” del Cielo, dopo averci procurato “una redenzione eterna” (Eb 9, 12) i cui effetti cioè si prolungano per l’intera eternità.
Infatti è senza limiti l’efficacia dell’offerta di Cristo, e si riversa su tutti gli uomini attirandoli ad accogliere la grazia che “purifica le nostre coscienze” e dispone l’animo a “servire il Dio vivente” nel modo a lui gradito.
In ogni celebrazione eucaristica Cristo ci chiede di unirci al suo Sacrificio mediante una partecipazione consapevole, attenta e fervorosa, che mira a conformarci in certa misura alla sua offerta. Come figli di Dio, siamo anche noi chiamati ad offrirgli l’intera nostra vita, con animo puro ossia in stato di grazia; e aderendo all’attrattiva che viene dallo Spirito Santo. Abbiamo così la forza di rinnovare l’impegno di compiere sempre, e per amore, l’obbedienza alla volontà del Padre, sia nell’osservanza dei Comandamenti e nell’imitazione di Gesù, sia accogliendo ciò che dispone per noi giorno per giorno la divina Provvidenza.
† Mons. Livio Maritano