A scuola di santità
Nel rivolgersi a una comunità di cristiani recentemente convertiti dal paganesimo, S. Paolo richiama i principali doveri dei discepoli di Cristo e non esita a compendiarli con la massima : “Fatevi imitatori di Dio, quali figli carissimi” (Ef 5, 1). In altre parole: ricambiate l’amore paterno di Dio imitando la sua bontà. L’esortazione ci sorprende perché è talmente elevata la santità di Dio rispetto alla nostra piccolezza, al cumulo di mancanze e imperfezioni che ci pesano sulla coscienza, proprio come riconosce S. Giacomo: “Tutti quanti manchiamo in molte cose” (Gc 3, 2).
Come possiamo presumere di imitare un modello così alto? Eppure già a Mosè Dio aveva comandato: “Parla a tutta la comunità degli Israeliti e ordina loro: «Siate santi, perché io, il Signore, Dio vostro, sono santo» (Lv 19,1).
Gesù stesso, mentre prescrive di volere il bene anche di quelli che ci sono nemici, e di pregare per loro, ci rimanda all’esemplarità di Dio: “Perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti”; e conclude: “Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5, 45-48).
L’invito a riferirci alla santità di Dio ritorna nelle norme riguardanti la misericordia- “Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro” (Lc 6,36)- o il perdono: “Se perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi” (Mt 6,14).
L’esortazione a riflettere sull’esempio di Dio viene ripresa da S. Paolo per compendiare ai Tessalonicesi le regole della carità fraterna: “Riguardo all’amore fraterno non avete bisogno che ve ne scriva; voi stessi infatti avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri” (1Ts 4, 9).
Ma, da impareggiabile educatore, Dio ha voluto agevolarci l’apprendimento in questa scuola di santità: ci ha presentato un modello concreto, di suo pieno gradimento e vicinissimo a noi: il suo Figlio incarnato, Gesù. In lui la vita divina “si è fatta visibile, noi l’abbiamo veduta”, afferma S. Giovanni (1Gv 1,2). Indicandoci Gesù, il Padre ci ha detto semplicemente: “Ascoltatelo” (Lc 9, 35).
In effetti, se ad esempio osserviamo le caratteristiche con cui Dio rivela, nel Salmo 144, la sua “bontà immensa”- presentandosi come “paziente e misericordioso; buono verso tutti; santo in tutte le sue opere; vicino a quanti lo invocano, nel sostenere quelli che vacillano e nel rialzare chiunque è caduto”- le troviamo perfettamente rispecchiate nell’animo e nel comportamento di Gesù.
Il quale, insieme all’esempio, ci offre la grazia che per noi ha meritato: la forza per vivere in unione con lui e conformarci progressivamente alle sue scelte.
† Mons. Livio Maritano