Ritorno all’Amore
“Tutti quanti manchiamo in monte cose” (Gc 3, 2): perciò dobbiamo accogliere con umiltà la richiesta di Gesù alla conversione. Non siamo però in grado di aderire a questo imperativo con le sole nostre forze: deve intervenire la grazia divina a nostro sostegno per attirarci al pentimento in modo da rispondere al suo amore misericordioso.
Si impone un nuovo orientamento nell’insieme della nostra vita: una risoluta conversione del nostro animo a Dio che è la perfezione della santità.
Assecondando la richiesta divina possiamo e dobbiamo realizzare una vera rottura col peccato per convertire radicalmente la nostra vita, riponendo piena fiducia nell’aiuto di Cristo che con la sua santità ha meritato per noi la liberazione dal peccato.
Diventa quindi possibile sia la riconciliazione nel ricorrere al Sacramento del perdono sia la disponibilità ad accettare per amore le sofferenze della vita, portando la nostra croce per seguire fedelmente Gesù.
È indispensabile l’umiltà nel riconoscere il nostro torto, respingendo ogni pretesa di giustificazione. Con l’incremento della grazia –che ci proviene dalla riflessione sulla parola di Dio, dal ricorso fervoroso all’Eucaristia e dal dialogo abituale col divino Maestro si consolida il nuovo rapporto filiale col Padre da cui siamo immensamente amati.
La serenità che ci procura il perdono dei peccati, quindi la pace con Dio e la riconciliazione con la Chiesa, è completata dall’incremento della forza spirituale richiesta per l’indispensabile combattimento spirituale, volto a orientare la nostra libertà negli atti che compiamo. Questa si perfeziona nella misura in cui è ordinata a Dio: quanto più si compie il bene, tanto più si diventa liberi.
Il progresso nella virtù accresce il giusto dominio della libertà sugli atti che compiamo, mentre tende all’unione sempre più intima con Gesù.
Infatti “tutti i fedeli sono chiamati alla pienezza della vita cristiana” (Concilio Vaticano II, Lumen Gentium, 40).
In che modo? Risponde il Catechismo della Chiesa Cattolica: “Colui che vuole restare fedele alle promesse del suo Battesimo e resistere alle tentazioni, avrà cura di valersi dei mezzi corrispondenti: la conoscenza di sé, la pratica di un’ascesi adatta alle situazione in cui viene a trovarsi, l’obbedienza ai divini comandamenti, l’esercizio delle virtù morali e la fedeltà alla preghiera” (2340).
† Mons. Livio Maritano