“…noi la sentiamo particolarmente vicina e sorella…” – Anno 2005
Ci hanno colpito diversi aspetti della spiritualità di Chiara Luce. In primo luogo la disponibilità all’azione della grazia: Chiara ha lasciato che Dio compisse in lei la Sua opera; in lei il Vangelo è diventato vita -la sua vita- ed è così che lei stessa ha potuto essere Vangelo, annuncio dell’amore di Dio per il prossimo.
Chiara ha fatto risplendere davanti ai nostri occhi una grande verità: chi fa l’unità tra le persone, chi crea l’unione dei cuori, è Gesù; amarsi vuol dire scambiarsi l’amore di Dio, o meglio, donare una Persona; e lei voleva sempre “Gesù in mezzo”.
Noi la sentiamo particolarmente vicina e sorella nel suo desiderio di vivere a livelli alti, soprannaturali. «Più su, più su», diceva alla mamma, e lo ripete anche a noi: “la vostra dimora è nei cieli!…”
Vicina e sorella, anche perché a tratti ci ha richiamato la figura e l’insegnamento della nostra S. Teresa di Gesù Bambino, con quella fedeltà eroica in tutte le più piccole occasioni, col suo non rifiutare mai nulla a Gesù.
Alcune parole di Chiara risuonano spesso nel cuore di qualcuna di noi: «E’ giusto morire a 18 anni?». Esse sono come uno sprone a dire sì a tutte quelle piccole morti quotidiane del nostro io, necessarie per vivere secondo lo Spirito. L’ esempio di Chiara ci è quindi di grande aiuto per consegnarci a Gesù e dimenticarci di noi stesse, dicendogli di sì.
Siamo rimaste colpite dal fatto che questa ragazza fosse così giovane e nello stesso tempo così decisa a non conformarsi alla mentalità del mondo; così ferma nel rifiutare compromessi e mediocrità, proprio quelli che tanti suoi coetanei abbracciano con superficialità dietro la falsa apparenza dell’anticonformismo. Lei, lasciandosi guidare dalla sola luce del Vangelo e rimanendo umile e nascosta, è andata veramente controcorrente!
Ci ritorna spesso nel cuore, quasi a gettare ulteriore luce, quanto Gesù disse a Marta prima di risuscitare Lazzaro: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me anche se muore vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno”.
Chiara ha creduto alla promessa di Dio perché si è sentita tanto amata. Ha creduto in una Persona ed è riuscita a vedere i segni del Suo amore in ogni evento della vita a tal punto che ha saputo accogliere la sofferenza e la morte stessa come doni che la conformavano sempre più a Colui che, a sua volta, elle desiderava amare con tutta se stessa.
Ringraziano quindi il Signore per tale “dono” e preghiamo perché tutti coloro che verranno a contatto con Chiara Luce si aprano ad accogliere tale esperienza di Luce e di Amore!.
Dal monastero delle Carmelitane Scalze – Genova