Chiara Lubich e Chiara Badano – Luglio 2016
Passano gli anni. Chiara si ammala gravemente, vive la sua sofferenza nell’Amore e la offre. Ne viene informata anche Chiara Lubich che, il 14 luglio 1989, le invia un telegramma:
“Ti sono vicina come gen più cara et assicuroti mia unità et preghiera stop. Grazie tua preziosa offerta stop. Maria ti stia accanto e ti benedica stop. Tua Chiara”.
Possiamo immaginare la gioia della Serva di Dio; sappiamo però, da come fu riferito in una lettera di risposta a Chiara Lubich, che “… il tuo telegramma l’ha resa felice. L’ha letto e riletto tantissime volte, poi lo ha ripiegato bene tenendoselo sul cuore per tanto tempo…”.
Nonostante il male fisico e la perdita progressiva delle forze, la corrispondenza prosegue per aggiornare sul suo stato colei che, malgrado la lontananza e le grandi responsabilità, la segue con la preghiera e l’affetto di madre. Ogni scritto è un piccolo cantico d’amore.
Da Sassello, il 20 dicembre 1989, dopo averla informata sul prosieguo delle cure chemioterapiche, ormai senza effetto perché «il mio fisico è ormai duramente provato a causa della terapia», continua esprimendo i suoi sentimenti, l’offerta del dolore e la gioia che in essa ha provato: «È stato proprio un momento di Dio: soffrivo molto fisicamente ma l’anima cantava». Ed è in questa lettera che Chiara umilmente le svela il grande desiderio di ricevere come dono di Natale la Parola di Vita: per lei e per papà e mamma.
Chiara Lubich ha compreso la “grandezza” di questa creatura, così apparentemente piccola e fragile
e le risponde il 30 dicembre:
“… Ti sento tutta impegnata e protesa a corrispondere all’amore di Dio e a dirgli il tuo continuo “sì” per l’Opera. Io ti seguo costantemente con la mia preghiera e con tutto il mio amore. Ho scelto le Parole di Vita che desideravi. Ecco la tua: «Chi rimane in me ed io in lui, questi porta molto frutto» (Gv 15, 5)”.Quindi dona la Parola anche ai genitori, e termina con uno splendido saluto: “Ciao Chiara! Chiedo allo Spirito Santo per te il dono della fortezza, perché la tua anima, per l’amore a Gesù Abbandonato, possa sempre “cantare”.
I mesi volano, e Chiara è sempre più debole nel corpo ma non nello spirito e scrive ancora una lettera:
9 agosto 1990, in prossimità della festa di S. Chiara d’Assisi, l’ultimo scritto alla Lubich:
«… Sono con te e offro tutto, i miei fallimenti, i dolori e le gioie a Lui, ricominciando ogni qualvolta la Croce fa sentire tutto il suo peso…» E con un pupazzetto da lei disegnato per sdrammatizzare, le augura: «Buon Onomastico Mammina!! In G.A. tua Chiara».
Il 7 ottobre Chiara Luce entra nella vera Luce.
Nel suo telegramma ai genitori, Chiara Lubich aveva scritto:
“Con voi ho accompagnato Chiara incontro allo Sposo ringraziando Dio per questo suo luminoso capolavoro”.
Le parole tacciono davanti a simili meraviglie della grazia divina: non ci resta che ringraziare e credere veramente anche noi, sul loro esempio, all’Amore!
Credere all’Amore – Anno 2016