Chiamati a testimoniare
Chiara è consapevole di voler realizzare la missione del cristiano: annunciare Gesù Cristo col proprio modo di vivere. In chi ne rimane colpito sorge l’attesa di una spiegazione. A questo punto è pronta a motivare il suo comportamento e a dire chi è Gesù. Il Signore stesso richiede la testimonianza come prima fase dell’annuncio.
Vuole che ci mettiamo al suo seguito: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16,24). Dopo la lavanda dei piedi agli apostoli li sollecita ad imitarlo nell’umiltà e nel servizio reciproco: “Vi ho dato l’esempio, perché come ho fatto io facciate anche vi” (Gv 13,15). Esige che nelle relazioni vicendevoli ci conformiamo al suo amore: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13, 34).
La stessa richiesta è attestata dalle esortazioni degli apostoli. Dichiara S. Giovanni: “Chi dice di dimorare in Cristo deve comportarsi come lui si è comportato” (1 Gv 2, 6). E ne trae la conseguenza: “Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli” (1 Gv 3, 16). Non diverso è l’insegnamento di S. Pietro: “Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio perché ne seguiate le norme” (1 Pt 2, 21). Ne dà conferma S. Paolo: “Fatevi i miei imitatori come io lo sono di Cristo” (1 Cor 11, 1).
Troviamo in noi stessi la forza di compiere sempre quelle “opere buone” che Gesù ci chiede? Certamente no. Infatti ogni atto di conformità a lui proviene anzitutto dalla grazia che il Risorto ci comunica con l’invio dello Spirito Santo. Il nostro primo compito sta nell’umiltà di implorarla, a cui deve seguire la disposizione di collaborare. Il motivo che ci spinge a calcare l’esempio di Cristo consiste nell’amore che ci unisce a lui. Se è ferma la nostra dedizione a Gesù, non ci può mancare il desiderio di essere infiammati dal suo ardente amore per il Padre e per ogni persona umana.
Ci chiamiamo cristiani, ossia seguaci di Cristo, a lui apparteniamo per sempre dal giorno del Battesimo. Realizziamo quindi noi stessi nella misura in cui ci adoperiamo per imitare la sua fortezza, pazienza e mitezza; la misericordia da lui praticata verso chi ha sbagliato; la perenne disponibilità al servizio e la prontezza al sacrificio.
È questa la scelta di Chiara nelle varie fasi della sua vita, ma in special modo di fronte alla dura prova della malattia: con una fede incrollabile nell’amore di Dio e abbandonandosi pienamente alla sua volontà.
† Mons. Livio Maritano