“Magnificat” – Agosto 2017
Molte foto ci ricordano Chiara Luce attenta, pensierosa, serena, con quello sguardo intenso di chi guarda altrove, ma in modo diretto, come se sapesse dove andare, bimba o ragazzina, in un letto o in contesti naturali o sociali. Penso comunque che il sorriso di Chiara Badano nel suo letto accanto ad amici e familiari commenti, più di ogni
altro scatto, il senso di questo titolo.
Oggi ripenso al Magnificat di Maria che incontra la cugina Elisabetta e rinnovo la convinzione di un dialogo innamorato di Dio fra loro, supportato dai battiti e dai sussulti dei due concepiti, nati già all’amore di Dio. Aveva molto per cui lodare Dio la giovane di Nazareth! Ricordiamo però che il suo SÌ totale era accompagnato da grandi sofferenze, ma era comunque un SÌ pieno, capace di vedere la grandezza di Dio in un mondo che sembrava fatto, e sembra tutt’oggi fatto, per i potenti o i prepotenti, dove gli umili sono schiacciati.
Il mondo di Maria è ancora il nostro mondo. Ebbene, a chi restituire il coraggio della lode, oggi? Possiamo e dobbiamo avere il coraggio della lode? Del sorriso convinto e consapevole, non quello inebetito da tanti inganni umani?
Giulia non avrebbe avuto motivo di “magnificare” proprio nulla. Il figlio se ne era andato, lei passava il tempo a chiedersi il perché e cosa aveva sbagliato, se questo figlio stava percorrendo strade impervie e dannate.
E poi che dire delle condizioni di salute sue e del marito? E poi…?! In un giorno qualsiasi, si era imbattuta nel Magnificat e aveva aperto gli occhi, forse a fatica, ma qualcosa si era rotto dentro la disperazione.
Quelle note si erano levate come un inno e, complice una giornata soleggiata e profumata di tigli di fine maggio, avevano aperto il sipario sui doni di ogni giorno, sulla bellezza che la circondava, sui sorrisi e le carezze che la confortavano, sulla possibilità di amare oltre e sopra ogni considerazione umana, nel momento presente, lì nella quotidianità più semplice, ora, in quella realtà dove valeva la pena di vivere appieno.
“L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva”…
Maria, la Madre di Dio sempre attenta, avrebbe fatto il resto.
Annamaria Gatti
Fonte: Credere all’Amore – N. 2 – Agosto 2017 – Anno XIV