La prova dell’amore
Dio ha manifestato, nei riguardi di Gesù, piena approvazione e totale compiacimento. Chiamati a nostra volta a imitare l’esemplare docilità di Cristo verso il Padre, ci ritroviamo di fronte a vari interrogativi circa l’obbedienza alla volontà di Dio.
Il primo: per quale motivo le decisioni di Dio nei nostri confronti sono da preferire a qualsiasi altra scelta? Alla luce dell’insegnamento di Gesù dobbiamo riconoscere che quanto Dio decide deriva da una conoscenza infallibile di ciò che contribuisce al nostro bene autentico e permanente. Egli infatti ci ama con un amore di insuperabile intensità e generosità. Pur comprendendo perfettamente i sacrifici che ci chiede, si aspetta che ci affidiamo a lui, mentre ci garantisce l’aiuto necessario per rendere praticabile la scelta da lui disposta. La nostra docilità è quindi il modo a lui più gradito di ricambiare il suo amore e di seguire l’esempio di Gesù, che accolse risolutamente una prova ben più difficile al fine di aprirci la via verso il dono supremo della salvezza.
Un secondo interrogativo: come riusciamo a conoscere ciò che nelle singole circostanze Dio si attende da noi? Anzitutto prestando ascolto alla sua Parola: ci fa conoscere i Comandamenti, gli esempi di Cristo e le norme da praticare: un percorso illuminato dall’esperienza dei santi, così diversi nelle loro attitudini e attività, ma sempre in sintonia con gli insegnamenti della Chiesa.
Un’ulteriore indicazione della volontà di Dio sta negli avvenimenti, gioiosi o penosi che ci coinvolgono personalmente o che riguardano le persone a noi vicine. Questi fatti, come pure gli eventi della vita sociale e i costumi divulgati nel nostro ambiente, pongono il cristiano nella necessità di assumere responsabilmente le decisioni coerenti con la fede.
Un’ultima domanda: donde attingere la forza per compiere il volere di Dio? Anzitutto nell’unione abituale con lui, nella consuetudine del dialogo fraterno con Gesù: aprirgli il cuore e confidargli i sentimenti e le preoccupazioni, i desideri e i timori. Così ha fatto Gesù: “Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo” (Gv 8,29). La frequente riflessione sulla Parola e la partecipazione fervorosa all’Eucaristia sono una sorgente inesauribile di energia: in questi umili incontri Cristo “dà lo Spirito senza misura” (Gv 3,34).
† Mons. Livio Maritano