L’unione che salva
Come frutto dei meriti di Cristo riceviamo il dono della grazia santificante, ossia la disposizione stabile che ci rende capaci di vivere in unione con Dio e di obbedire, spinti dall’amore, alla sua volontà: “Dio ci ha predestinati a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo” (Ef 1,5); ossia “a essere conformi all’immagine del figlio suo” (Rm 8,29).
Questa è la vita che conduce a Dio: “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Gv 14,6). E per poter svolgere in noi la sua missione Cristo ci chiede di vivere in stretta unione con lui: “Rimanete in me e io in voi…rimanete nel mio amore” (Gv 15,4.9). Da Risorto ci partecipa il suo amore specialmente attraverso l’Eucaristia, sacramento del suo Sacrificio: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui” (Gv 6,56).
Grazie a tale unione il suo discepolo riceve la forza di perseverare nella vita divina – “vivrà per me” (Gv 6,57) – e di progredire nell’imitare le virtù del Maestro. Soprattutto portò conseguire la meta finale, la piena e perenne felice unione con Dio: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (Gv 6,54).
Su questa base e in vista di tale prospettiva si sviluppa in noi una singolare amicizia con Gesù: uno stare insieme che ci dispone a confidargli pensieri, sentimenti e progetti, in modo da maturare con lui gli orientamenti e le decisioni. Nasce in tal modo una sorprendente esperienza di intimità che ci fa scoprire una più profonda conoscenza di lui e di noi stessi, mentre accende in noi il desiderio di condividere la sua umiltà e obbedienza al Padre, l’ardore della preghiera, la disponibilità ad accogliere le persone, a non sottrarsi al servizio e al sacrificio.
È ammirevole al riguardo l’esperienza di Chiara, la sua costanza nell’unione con Gesù. Fin dall’infanzia gli offre frequenti atti di amore e di rinuncia alle proprie preferenze. Nell’adolescenza è determinata a “dare Gesù” agli amici col suo comportamento.
Nei lunghi mesi di malattia è risoluta nell’accettare la dura prova del distacco e del dolore, abbandonandosi con piena fiducia alla volontà di Dio.
† Mons. Livio Maritano
Foto: Positio Super Vita, Virtutibus et Fama Sanctitatis di Clarae Badano