Potenza del Risorto
La gloria che Cristo riceve dal Padre nella Risurrezione comprende la potestà di agire nell’animo di ogni persona per conferirle la forza di compiere il cammino che conduce alla salvezza: “Tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato” (Gv 17,2). L’esercizio di questo potere da parte di Gesù ci è indispensabile per conseguire quel fine: “Senza di me non potete far nulla” (Gv 15,5).
Non abbiamo perciò motivo di vantarci attribuendo a noi stessi tutto il merito del nostro impegno. E’ doverosa invece l’umiltà, come afferma S. Paolo: “Mi vanterò ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo” (2 Cor 12,9). È la ragione per cui l’apostolo mira a ricevere dalla fede in Cristo la grazia di essere reso “giusto”, e nell’affidarsi a Cristo chiede che “io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione” (Fil 3,10). In Cristo, infatti, sta il fondamento della nostra fiducia. Paolo lo ribadisce ai cristiani di Corinto: Cristo non è debole, ma potente in mezzo a voi” (2 Cor 13,3).
Il vigore della potenza emanata dal Risorto si manifesta nei frutti di santificazione che ammiriamo nella vita di quei credenti che si affidano totalmente a lui, risoluti nel non rifiutare nulla a Dio.
Non possiamo spiegare diversamente, ad esempio nella vita di Chiara, la serena fiducia e il totale abbandono alle decisioni di Dio, certa della sua bontà che in ogni situazione mira al nostro massimo bene. L’immenso amore di Dio la sostiene e conforta nell’affrontare ogni prova: la sofferenza fisica, la previsione del distacco dalle persone care e della morte a 18 anni.
Nell’obbedienza filiale è lieta di ricambiare così l’amore di Dio, tanto da ammettere: «Soffrivo molto fisicamente, ma la mia anima cantava. Sono contenta di aver potuto ancora offrire». Ebbene, Cristo ha meritato di concedere anche a noi questi doni se siamo determinati e costanti nel rispondere con generosità alla sua chiamata.
† Mons. Livio Maritano