“… la gioia era dominante, stranamente unita a lacrime e sorrisi” – Settembre 2010
Intervista di Maria Amata Calò a Mons. Livio Maritano, Vescovo emerito
di Acqui e promotore della Causa di Beatificazione di Chiara Badano
Sono tre le visite a Sassello a Chiara Luce, perché – dice il Vescovo “mi erano giunti gli echi della sua particolare disponibilità alla grazia di Dio”
Qualche episodio
“Ho un ricordo molto positivo di questi contatti. Ad esempio, il fatto che lei raccontava nulla di se stessa, della sua malattia. Era impossibile sentire la risposta alla normale domanda, “Come stai? Come vanno le cose?” no. “Mi dica piuttosto cosa si sta facendo nella Chiesa per i giovani? Cosa potrebbe fare la diocesi di più nelle parrocchie?” Il suo desiderio era la dimensione della Chiesa. Quindi anche questa preoccupazione in una persona ammalata, che sta soffrendo, e che dimentica…non dà segno di sofferenza, riesce a controllare se stessa, immedesimandosi con l’interlocutore. Questo mi ha colpito”.
Il suo funerale…
“Una festa, come lei voleva. È l’unica esperienza di funerale gioioso che io ricordi nella mia lunga esperienza. Già non avevo consuetudine di celebrare funerale per laici. Mi limitavo a quelli per i sacerdoti. Ma siccome la conoscevo, siccome era presente in me tutta l’attenzione, la benevolenza, la fiducia, la grande stima di lei, presente ormai in Acqui, ho detto: «Devo assolutamente essere presente in questo funerale» perché sarà sicuramente un annuncio di cielo, un annuncio che la speranza è fondamento. E che si può quindi affrontare la prova suprema della vita nella certezza che Dio mantiene le promesse. E difatti, la gioia era dominante, stranamente unita a lacrime e sorrisi. Perché lacrime evidentemente il motivo, ma il sorriso era dominante. E anche i canti hanno caratterizzato questa gioia, questo dias natalis il giorno della nascita di una nuova vita”.
Perché ha avviato il processo di beatificazione
“Ero convinto che questa testimonianza di fede, di fortezza da parte di una ragazza, di una giovane di oggi era sorprendente e questo non poteva non interessare la comunità cristiana. Indubbiamente si è trattato di una causa d’urto, come l’hanno chiamata nella Congregazione delle Cause dei Santi. Effettivamente, questo urto che colpisce, che determina molte persone a cambiare vita come abbiamo testimonianza quasi quotidiana di email, di posta elettronica, ci dice che cosa hanno scoperto in lei. Questa intuizione l’ho avuta fin dall’inizio e quindi senza la richiesta da parte di nessuno- non da parte dei genitori – e quando lo comunicai alla mamma mi dice: «Ma no, è cosa troppo grande per noi questa»… Ecco, noi non abbiamo il diritto di tenere nascosta questa grazia di Dio…”
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